L'azzardo non è un gioco

L'industria delle scommesse on line è un mercato dalle cifre colossali, che non conosce crisi. Spesso a farne le spese sono i più vulnerabili.

Fra i costanti pericoli da cui bisogna difendersi on-line, ci sono sicuramente i giochi a scommesse.
I Monopoli di Stato contrastano quotidianamente i siti illegali, inserendo nelle cosiddette “black list” quelli che contengono truffe. Gli aggiornamenti sono periodici: l'ultimo è del 6 aprile 2012 e contiene ben 3.924 siti, in particolare quelli che offrono poker e giochi da casinò. La legge a cui fa riferimento l'ordinamento è l'art. 1 della Legge Finanziaria del 2006.

Quella dei giochi on-line è un'industria redditizia, in continua espansione. Fra le varie modalità di scommesse, quelle su internet sono le più frequentate, a dimostrazione di quanto ci sia ancora da fare per proteggere gli utenti. Si pensi che, solo in Lombardia e solo per il mese di febbraio, su un totale di 856.4 milioni di euro spesi per il gioco, ben 162.1 milioni sono giunti on line.
Secondo un conteggio ancora più impressionante, nel primo bimestre del 2012 la spesa pro-capite è stata di circa 65 euro, quasi un euro al giorno, per un totale di 3 miliardi e 318 milioni di euro. Cifre da mal di testa.

La Guida per genitori “Educazione e nuovi media” della Adiconsum e Save the Children avverte che il gioco d'azzardo è in crescita fra i giovani. Sono inoltre adottate delle tattiche piuttosto subdole per attrarre i ragazzi. Subdole, ma sempre le stesse. “I ragazzi si divertono prima on line con alcuni giochi apparentemente innocui, e poi sono progressivamente iniziati al mondo delle scommesse [p. 45]. Si tratta del vecchio schema: “il primo giro è gratis, poi ti spenno”. Si faccia quindi costante attenzione a queste truffe più o meno apparenti, per non rischiare di vedersi il proprio conto prosciugato da una mano di poker digitale.

Dal 2006, inoltre, si è fatta molta attenzione alle scommesse che prevedono un pagamento con il cellulare. In generale, le restrizioni per i siti autorizzati sono molto precise e non è possibile l'iscrizione per i minori, neanche nei casi di scheda intestata al genitore (qualora però sia specificato nel contratto che la scheda SIM è ad uso di un minorenne). Tuttavia i modi per aggirarli possono essere diversi, più o meno dipendenti dall'attenzione del genitore, e le regole possono essere violate da siti non autorizzati. L'informazione e la cultura intorno al gioco d'azzardo restano i veri problemi da affrontare in famiglia. Anche perché, al compimento del diciottesimo anno, il maggiorenne è del tutto esposto ai pericoli di assuefazione da gioco. E se è cresciuto in un ambiente poco attento o persino ignaro di questi problemi, potrebbe incappare presto in qualche pasticcio.

Per fortuna, oltre al Monopolio di Stato che tutela con costanza, ci sono federazioni come l'ISFE che hanno creato classificazioni simboliche per difendersi dai contenuti nocivi. La più famosa è la classificazione PEGI (www.pegi.info/it/) che ha introdotto una sezione specifica sui giochi d'azzardo. Purtroppo si tratta ancora di una classificazione obbligatoria per i videogiochi in vendita e non per quelli on line. È necessario, perciò, sapersi districare nella selva di offerte illecite, soprattutto laddove il pericolo sembra minore.
Apri gli occhi, resta sveglio.

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 11 Aprile 2012 10:59)

 
Iscriviti alla newsletter
Privacy e Termini d'uso
Cerca nel sito


               


Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea.
L'autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull'uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute.